CAPPA CULTURALE

Jan 10, 2025

LA VICENDA DI COSIMO RUSSO, CON TUTTO IL RISPETTO, SOLLEVA MOLTE RIFLESSIONI INTERESSANTI RIGUARDO ALLA RELAZIONE TRA LA MORTE DI UN GIOVANE POETA E LA LOTTA DEI SUOI GENITORI PER AFFERMARE L’IMPORTANZA DELLA SUA OPERA, SPESSO CON RISULTATI CONTROVERSI. IL TENTATIVO DI ELEVARE LA FIGURA DEL FIGLIO A UN "GRANDE POETA" A FRONTE DI UN TALENTO CHE SEMBRA ESSERE LIMITATO O POCO DISTINTIVO È UN TEMA CHE PUÒ GENERARE DIVERSE INTERPRETAZIONI. ANDIAMO AD ANALIZZARE PIÙ IN DETTAGLIO LE IMPLICAZIONI.

LA MORTE DEL GIOVANE POETA COME STRUMENTO DI LEGITTIMAZIONE POSTUMA, QUANDO UNA FIGURA GIOVANE E PROMETTENTE MUORE PREMATURAMENTE, C'È SPESSO UNA REAZIONE EMOTIVA CHE PUÒ SPINGERE I PARENTI A VOLER PRESERVARE O ESALTARE LA SUA MEMORIA. IN QUESTO CASO, I GENITORI CERCANO DI RENDERE L'OPERA DEL FIGLIO PIÙ SIGNIFICATIVA, ANCHE SE LA SUA PRODUZIONE POETICA NON SI È REALMENTE DISTINTA NELL'AMBITO CULTURALE, RICORRENDO A COMPARAZIONI CON AUTORI DI ALTISSIMO LIVELLO COME LEOPARDI, BODINI O COMO. IL GESTO DI ACCOSTARE IL GIOVANE POETA AI GRANDI NOMI DELLA LETTERATURA PUÒ ESSERE VISTO COME UN TENTATIVO DI CONFERIRGLI UNA DIGNITÀ CHE POTREBBE ESSERE STATA IGNORATA DURANTE LA SUA VITA.

L'OPERAZIONE DI "FORZARE" IL RICONOSCIMENTO ARTISTICO DI UN POETA ATTRAVERSO LA PUBBLICAZIONE DI ARTICOLI, RICHIESTE UFFICIALI E PERFINO CITAZIONI SULLA TRECCANI ONLINE, SE NON SUPPORTATA DA UN EFFETTIVO VALORE LETTERARIO, PUÒ RISULTARE IN UN TENTATIVO DI FALSIFICARE O TRAVISARE LA REALTÀ. QUANDO LA COMPARAZIONE CON AUTORI COME LEOPARDI O BODINI SEMBRA QUASI ABUSIVA, SI RISCHIA DI SVUOTARE DI SIGNIFICATO IL LAVORO DI QUESTI VERI GIGANTI DELLA LETTERATURA.

LA DESCRIZIONE DI UNA FAMIGLIA BENESTANTE CHE LOTTA PER L'AFFERMAZIONE DI UN FIGLIO POETA CHE NON HA AVUTO SUCCESSO DURANTE LA SUA VITA RISPECCHIA UN FENOMENO COMUNE NEL MONDO ARTISTICO, MA ANCHE IN MOLTE ALTRE SFERE SOCIALI: L’IMPOSIZIONE DI UNA VISIONE IDEALIZZATA DEL DEFUNTO. I GENITORI DI UN POETA SCONOSCIUTO, NEL CERCARE DI ATTRIBUIRE IMPORTANZA ALLA SUA FIGURA, POSSONO UTILIZZARE IL PROPRIO STATUS SOCIALE PER FARSI STRADA NEI CIRCOLI CULTURALI E OTTENERE RICONOSCIMENTI. QUESTO TIPO DI DINAMICA PUÒ ANCHE ALIMENTARE UNA RETORICA CHE NON SI BASA SU UN'ANALISI OGGETTIVA DELL'OPERA, MA SULL’AUTOPROMOZIONE FAMILIARE.

L’ACCOSTAMENTO DELL’OPERA DEL GIOVANE POETA A VINCENZO CIARDO, PITTORE LECCESE, POTREBBE ESSERE ANCH'ESSO UNA FORZATURA. LA PITTURA DI CIARDO, CON LE SUE ATMOSFERE SUGGESTIVE E IL CONTRASTO TRA LA LUCE E L’OMBRA, POTREBBE ESSERE INTERPRETATA COME UNA POSSIBILE AFFINITÀ CON UNA POESIA CHE ESPLORA TEMI DI SOLITUDINE, MORTE E RICERCA DELL’IMMORTALITÀ. TUTTAVIA, SAREBBE NECESSARIO UN CONFRONTO PIÙ DIRETTO E CONVINCENTE TRA IL CONTENUTO DELLE OPERE DEL POETA E L’OPERA PITTORICA PER GIUSTIFICARE UNA SIMILE AFFERMAZIONE.

QUESTO SCENARIO RIFLETTE UNA TENSIONE TRA L'AUTENTICITÀ ARTISTICA E IL DESIDERIO DI MANIPOLARE LA PERCEZIONE PUBBLICA. LA LOTTA PER RENDERE "GRANDE" UN POETA CHE NON HA AVUTO IL RICONOSCIMENTO MERITATO IN VITA PUÒ PORTARE A UNA STRUMENTALIZZAZIONE DELL’ARTE, OGGI TEMA IN AUGE, MA ANCHE A UNA CERTA PATINA DI ROMANTICISMO CHE SI COLLEGA ALLA TRAGEDIA DELLA MORTE PREMATURA. ALLO STESSO TEMPO, L’UTILIZZO DEL PATRIMONIO FAMILIARE E SOCIALE PER SPINGERE UNA VISIONE PARZIALE E FORSE POCO OBIETTIVA DELLA QUALITÀ POETICA, SOLLEVA QUESTIONI ETICHE E CRITICHE SULLA GENUINITÀ DELLA MEMORIA E DEL RICONOSCIMENTO ARTISTICO.

ECCOVI UNA ENNESIMA DIMOSTRAZIONE DELLA CAPPA CULTURALE CONSERVATRICE , PROVINCIALE E MEDIOCRE CON LA QUALE SI SPALMANO EVENTI SU EVENTI DI DUBBIA MORALITÀ, SERIETÀ CON L INTENTO SOLO DI CELEBRARE E SOLO CELEBRARE ATTRAVERSO IL COINVOLGIMENTO FORZATO DELLE ISTITUZIONI SENZA IL MINIMO ATTEGGIAMENTO CRITICO, SOLO CON L'INTENTO NUTRITO DI NON DIRE DI NO PER MOTIVI DI RELAZIONI POLITICHE E FAMILIARI DI APPARTENENZA, CONSENSO, ETC. SUL NOSTRO TERRITORIO PRIVATO DI DISCUSSIONE. UNA VERA VERGOGNA PER TUTTI. IL SILENZIO E' VERA POESIA OVE LA PAROLA E' IL PRIMO INGANNO. MEGLIO TACERE CHE INGANNARE.

MENTRE ALTRI AUTORI GIACCIONO DIMENTICATI E LONTANI DAI RIFLETTORI BORGHESI SI PARLERA' DEL CASO DI COSIMO RUSSO E L 'INTRODUZIONE ARTIFICIOSA, NON NATURALE, RICERCATA E VOLUTAMENTE ESAGERATA PER PURA APPARISCENZA E DIMOSTRATASI PARADOSSALE NEI CONTENUTI DEL PROFESSORE CHE NARRA E PARLA LEGGENDO UN TESTO PRECONFEZIONATO, APPUNTO IL PROFESSORE DI LETTERATURA ITALIANA MARCO LEONI DELL' UNIVERSITÀ DEL SALENTO.

SEGUE UN DOCUMENTO PIU RICCO

SE QUESTO E' IL POETA

SE QUESTO E' IL POETA Seconda Parte

Ora grazie,
buonasera a tutti, grazie a tutti gli organizzatori per avermi invitato a questo convegno al quale partecipo molto volentieri. La poesia è tutta nel paesaggio, occorre partire da questo distico di Cosimo Russo, dal valore programmatico e metaletterario, per cogliere l'importanza del tema paesaggistico nella sua poesia. Ma di quale paesaggio si tratta? In Russo il paesaggio non è semplicemente sfondo, ma piuttosto personaggio poetico o agente narrativo, nel quale l'autore tende spesso a identificarsi e ad annullarsi.

Ricito questa lirica che è stata appena prima citata da Raffaele Casciaro, inclusa nella prima raccolta di versi postuma di Cosimo Russo, per poco tempo, intitolata Terra. Alla fine mi sono fatto terra, ulivo, area di meridione, scevro di ogni ambizione, sarò pietra di muretto di confine. L'autore regredisce dunque sino a ridursi a pietra di muretto, cioè a minuscolo tassello dell'ecosistema circostante.

Questo processo di medesimazione riguarda sempre paesaggi meridiani, salentini o del sud del mondo, il paesaggio dell'Argentina, per esempio, dove Russo ha vissuto per un breve periodo della sua vita. A volte sono paesaggi evocativi, come nella poesia Treno a sud-est. Il treno è un motivo letterario di tradizione, ma qui notevole soprattutto l'immagine delle stelle sferralianti come il treno delle nove e mezzo di sera, una similitudine ferroviaria che genera una sovrapposizione tra il notturno celeste e quello terrestre.

Nella seconda raccolta postuma di Russo, ancora una volta, ritorna l'impellente tensione al ricongiungimento con la dimensione naturale, ambientale, paesaggistica, espressa sotto forma di metafora, di analogia o, nuovamente, di similitudine. Il poeta si augura di emergere come un sughero dalla superficie del mare. In questo caso il sughero fa il paio con la pietra di muretto di confine prima citata e un paesaggio marino si sostituisce a quello rusticale.

Mutano gli ambienti ma si replica comunque la consueta tensione funzionale con la natura. Già da questi primi esempi si deduce che Russo tende a evitare di solito il bozzetto descrittivo e una visione semplicemente oleografica o cartolinesca del paesaggio. Per lui la spazialità è un contenuto di tipo estetico e biologico, nel senso che induce alla meditazione interiore oppure a implicazioni ecologico-sensoriali, volte a indagare il rapporto fra l'uomo e ambiente. Il paesaggio diviene dunque, per questo poeta, qualcosa di vivente, perché si trasforma in elemento soggettivo e nel riflesso di un'esperienza conoscitiva radicale, di tipo biounivoco, la scoperta di sé attraverso la natura, la scoperta della natura attraverso di sé. Il paesaggio per Russo non è mai costruzione retorica e letteraria, ma piuttosto uno stato d'animo o una condizione sentimentale, e qui il collegamento con Ciardo è anche evidente. Anche quando sembra rappresentato realisticamente, in realtà il paesaggio subisce sempre in Russo una trasfigurazione profonda, in chiave simbolica o impressionistica.

Le campagne salentine gli sollecitano, di volta in volta, per usare le parole del poeta, sillabe o sofismi da segnare nel taccuino dell'anima. Non di meno è comunque possibile rintracciare nella poesia di Russo una concreta topologia, e non a caso i suoi versi si leggono scolpiti in alcuni luoghi iconici dell'estremo salento, ecco perché sono una categoria cara a Ciardo come stato detto prima, come la prediletta Leuca. Questo luogo, unico per valore paesaggistico, affascina il poeta non solo per il legame alla anagrafico, ma anche perché richiama un'idea di termine e insieme di confine, di finitudine e di proiezione verso un orizzonte più esteso.

È il posto dove finisce il viaggio, dice il poeta, ma anche dove si avverte il senso dell'eternità nell'istante stesso della visione panoramica, e quell'attimo dura un'eternità. Si tratta di una dialettica spaziale che ne traduce un'altra di tipo temporale, cioè quella del contrasto tra provvisorio e definitivo, finito e infinito, insita come uno stigmae costitutivo nei versi di Russo. Tuttavia il paesaggio è nella poesia di Russo, da un punto di vista geocritico, soprattutto un'entità astratta e indeterminata, che si presenta secondo molteplici varianti paesistiche, notturne e canicolari, bucoliche e marine, urbane e paesane.

Russo predilige i paesaggi chiaroscurali illuminati dalla luce lunare, ricollegandosi in questo a una consolidata e illustre tradizione letteraria e artistica, da Leopardi a Bodini sino a Ciardo, ma lo fa con una sensibilità tipicamente contemporanea, perché il motivo selenico, fruito anche nella sua versione artificiale, le lune elettriche dei lampadari nella descrizione dei notturni di paese, è alla base di quei processi di auto-introspezione e di ripiegamento meditativo che sono centrali nella sua poesia. Il paesaggio di Russo risulta dunque fortemente liricizzato e intimistico, non sempre colto in tempo reale, ma piuttosto rievocato attraverso il ricordo. Ricordo quel paese straniero nel feedback dell'Io, recita un suo verso.

Proprio il recupero memoriale allinea i componimenti d'argomento paesaggistico agli altri di differente contenuto, perché grande parte della poesia di Russo si può spiegare in fondo con una continua réplique, che investe personaggi, luoghi, situazioni, soprattutto della sua infanzia, ricongiungendo tempo e spazio, luce ed ombra. Il raccordo stretto tra memoria e paesaggio fa pure sì che spazi e ambienti siano in crisi nella poesia di Russo di biografismo e di riflessione esistenziale. Nel nome di una sorta di ecologia dello spirito, anche quei componimenti che si presentano a prima vista solo illustrativi, in realtà c'erano sempre un riferimento autobiografico o simbolico.

In quello in cui si raffigurano, con uno spunto bodignano, le case infuse di bianco del proprio paese, gli elementi del paesaggio, ambientali, naturalistici, botanici, antropici, vengono a coincidere in realtà con un'autorappresentazione. Stesso procedimento auto-identificativo nel luogo della mia terra, vera e propria poesia e manifesto di questa poetica del paesaggio, nella quale il luogo nativo è associato, con virtuosismo descrittivo, a immagini connotative di un tipico ambiente salentino, ma sono immagini che sono comuni come temi pittorici anche alla pittura di Ciardo, foresta d'olivi, deserto rossastro, gli agrumi come pietre preziose che aspettano d'essere rubate, la miscela di grano conficcata nel terreno come una freccia, le sanguinose ampolle delle bottiglie di salsa. Alla categoria del paesaggio appartengono di diritto gli interni domestici, alcuni liriche che sono dedicate alla casa natale, vista ora come rifugio dalle difficoltà, nella scia del sonetto 234 del renum vulgarum, fragmenta di Petrarca o cameretta che già fosse un porto, ora come un luogo dell'infanzia nostalgicamente rievocato, quasi edulcorato nel segno della protezione e dell'affetto materni.

Tutto sembra una primavera di fiori, non si soffre il passare del tempo, ma essere privilegiati tuttavia sono soprattutto i grandi spazi bucolici, lunghi e orizzontali della pianura salentina, proprio al modo di alcuni quadri di Vincenzo Ciardo, i secoli di ulivi in quadrati campi dove il tempo non si consuma, i rossi tramonti che calano il sipario su verdi pini, su lunghe foglie di tabacco, i paesi di arte barocca, paesi lontani e solitari di nuva bianche, sversati da uno scirocco malato che ammazza tutti se non mosche e zanzare. A queste grandi campate visive en plein air si contrappongono le vedute ristrette dei grovigli di stradine e di viuzze di Gagliano, un altro motivo iconografico in comune con Ciardo, sono anche paesaggi sensoriali perché compaginati da odori e da sapori, il sapore di catrame misto al caffè, è sempre percepito attraverso un potente filtro soggettivo, sono mie rappresentazioni, avverte il poeta. Talora Russo pare in cerca di traiettorie più estese di quelle abituali, come si vince dal suo proposito di viaggiare per il mondo e di andare per il mare per essere solo e nascosto come un'eremita.

Come si può notare, purché un viaggio fisico, il poeta pensa soprattutto a un viaggio mentale. La dialettica fra spazio stretto e spazio largo, di derivazione leopardiana, è per lui del resto un consapevole principio di poetica e l'idea di un paesaggio-viaggio si colluga benissimo con un'altra sua tipologia paesaggistica, che è quella del paesaggio filosofico e speculativo, una nozione per la quale è d'obbligo il rinvio al celebre libro di Georges Simmel, Filosofia del Paesaggio. Ve ne sono molti esempi nelle sue liriche che dimostrano come la descrizione degli ambienti naturali inneschi spesso in questo poeta tensioni interrogative, talora di tipo cosmologico.

In tale attitudine è possibile riconoscere l'eredità di un altro modello di Russo, il poeta lucunianese Girolamo Comi, da lui tenuto presente per i procedimenti di simbolizzazione del paesaggio. Lo stile rappresentativo di Russo si fonde infatti sulla combinazione di suggestioni letterarie e figurative. Sebbene si presenti come un poeta che sa volare basso, sono sue parole, cioè apparentemente imperfetto ed elementare, in realtà egli è dotato di una poetica consapevole, che si attiva tra tradizione e modernità, esattamente come per il suo alter ego pittorico Vincenzo Ciardo, anche a proposito della spazialità letteraria e dei suoi criteri di percezione e di elaborazione.

Tra il simbolismo di Comi e l'impressionismo di Ciardo, il paesaggio di Russo prende così vita e forma nel segno di precisi paradigmi culturali e di una calcolata varietà. Anche per questo è un paesaggio più contemplato che abitato, più intimo che esterno, più inventato che reale, talora distopico più che erenico o idillico, un paesaggio che si genera dall'incrocio tra intuizione estetica e rappresentazione letteraria, non come un grande ritratto collettivo al modo di molta poesia novecentesca, ma piuttosto come storia individuale di un'anima. Grazie.

PROVO A OFFRIRTI UNA LETTURA CRITICA DEL TESTO DEL PROFESSORE DI LETTERATURA ITALIANA MARCO LEONI, EVIDENZIANDONE PARADOSSI E CONTRADDIZIONI.

IL TESTO DI MARCO LEONI PROBABIMENTE UN PO ALTICCIO MENTRE LO SCRIVEVA AFFERMA CHE RUSSO SI ANNULLA NEL PAESAGGIO ("L'AUTORE TENDE SPESSO A IDENTIFICARSI E AD ANNULLARSI"). TUTTAVIA, SUBITO DOPO, SI PARLA DI UNA "SCOPERTA DI SÉ ATTRAVERSO LA NATURA, LA SCOPERTA DELLA NATURA ATTRAVERSO DI SÉ". QUESTO CREA UN PARADOSSO: COME PUÒ ESSERCI SCOPERTA DI SÉ SE C'È ANNULLAMENTO? SEMBRA PIUTTOSTO CHE L'IMMERSIONE NEL PAESAGGIO SIA UN MEZZO PER DEFINIRE LA PROPRIA IDENTITÀ, NON PER PERDERLA. L'ANNULLAMENTO, QUINDI, SI CONFIGURA COME UNA FORMA DI RITORNO ALLE ORIGINI PER POI RIEMERGERE CON UNA NUOVA CONSAPEVOLEZZA DI SÉ.

IL TESTO OSCILLA TRA LA DEFINIZIONE DEL PAESAGGIO COME "STATO D'ANIMO O UNA CONDIZIONE SENTIMENTALE" E L'AFFERMAZIONE DI UNA "CONCRETA TOPOLOGIA". QUESTO GENERA UNA CONTRADDIZIONE: SE IL PAESAGGIO È PURAMENTE INTERIORE, COME PUÒ ESSERE ALLO STESSO TEMPO CONCRETO E LOCALIZZABILE? SI POTREBBE INTERPRETARE QUESTA TENSIONE COME LA VOLONTÀ DI RADICARE UN'ESPERIENZA INTERIORE IN LUOGHI REALI, TRASFORMANDO I LUOGHI STESSI IN SIMBOLI DI UNO STATO D'ANIMO. TUTTAVIA, IL TESTO NON APPROFONDISCE QUESTA COMPLESSA INTERAZIONE, LIMITANDOSI AD AFFIANCARE LE DUE DEFINIZIONI.

SIMILMENTE AL PUNTO PRECEDENTE, IL TESTO DEFINISCE IL PAESAGGIO DI RUSSO COME "UN'ENTITÀ ASTRATTA E INDETERMINATA" PER POI IMMEDIATAMENTE CITARE "LUOGHI ICONICI DELL'ESTREMO SALENTO" COME LEUCA. QUESTO È UN ALTRO PARADOSSO: COME PUÒ UN PAESAGGIO ESSERE ALLO STESSO TEMPO ASTRATTO E LEGATO A LUOGHI SPECIFICI? SI POTREBBE IPOTIZZARE CHE RUSSO UTILIZZI LUOGHI REALI COME TRAMPOLINI PER UNA RIFLESSIONE PIÙ AMPIA E ASTRATTA SUL RAPPORTO UOMO-NATURA, MA IL TESTO NON ESPLICITA QUESTA DINAMICA.

L'AFFERMAZIONE CHE IL PAESAGGIO DI RUSSO SIA "PIÙ CONTEMPLATO CHE ABITATO" ENTRA IN TENSIONE CON L'IDEA DI UNA "MEDESIMAZIONE" E DI UN'ESPERIENZA "BIOMIMICA". SE IL POETA SI IDENTIFICA CON IL PAESAGGIO, COME PUÒ LIMITARSI A CONTEMPLARLO? SEMBRA ESSERCI UNA CONTRADDIZIONE TRA L'IMMERSIONE SENSORIALE E LA DISTANZA CONTEMPLATIVA. FORSE SI INTENDE CHE L'ATTO DI "ABITARE" IL PAESAGGIO NON È FISICO, MA INTERIORE E MEDITATIVO.

DEFINIRE IL PAESAGGIO DI RUSSO COME "PIÙ INVENTATO CHE REALE" CONTRASTA CON L'INSISTENZA SULLA "CONCRETA TOPOLOGIA" E SUI RIFERIMENTI A LUOGHI SPECIFICI. SE IL PAESAGGIO È INVENTATO, QUAL È IL RUOLO DEI LUOGHI REALI? FORSE SI VUOLE SOTTOLINEARE LA TRASFIGURAZIONE CHE IL POETA OPERA SULLA REALTÀ, TRASFORMANDOLA IN UN PAESAGGIO INTERIORE. TUTTAVIA, IL TESTO NON ANALIZZA A FONDO QUESTO PROCESSO DI TRASFIGURAZIONE.

IL TESTO AFFERMA CHE RUSSO HA UNO "STILE APPARENTEMENTE IMPERFETTO ED ELEMENTARE" MA ALLO STESSO TEMPO UNA "POETICA CONSAPEVOLE". QUESTO È UN ALTRO PARADOSSO: COME PUÒ UNO STILE ESSERE ALLO STESSO TEMPO IMPERFETTO E FRUTTO DI UNA CONSAPEVOLEZZA POETICA? FORSE SI INTENDE CHE RUSSO ADOTTA UNO STILE VOLUTAMENTE SEMPLICE PER ESPRIMERE CONCETTI COMPLESSI, MA IL TESTO NON APPROFONDISCE QUESTA DISTINZIONE TRA APPARENZA E SOSTANZA.

IL TESTO INSISTE ECCESSIVAMENTE SUL CONFRONTO CON CIARDO E COMI, RISCHIANDO DI RIDURRE L'ORIGINALITÀ DI RUSSO A UNA SEMPLICE DERIVAZIONE. SEBBENE I CONFRONTI POSSANO ESSERE UTILI, È NECESSARIO ANALIZZARE ANCHE GLI ASPETTI CHE DISTINGUONO RUSSO DA QUESTI AUTORI.

IL TESTO SI LIMITA A CITARE ALCUNE IMMAGINI E METAFORE, SENZA ANALIZZARLE A FONDO. SAREBBE NECESSARIO UN'ANALISI PIÙ DETTAGLIATA DEI TESTI POETICI PER SUPPORTARE LE AFFERMAZIONI CRITICHE.

L'USO DI TERMINI COME "ECOLOGIA DELLO SPIRITO", "BIOMIMICO", "PAESAGGIO FILOSOFICO E SPECULATIVO" RISULTA A VOLTE VAGO E POCO DEFINITO, RENDENDO L'ANALISI MENO INCISIVA.

IL TESTO PRESENTA UNA SERIE DI PARADOSSI E CONTRADDIZIONI CHE, SEBBENE POSSANO RIFLETTERE LA COMPLESSITÀ DELLA POETICA DI RUSSO, NON VENGONO ANALIZZATI IN MODO APPROFONDITO. SAREBBE NECESSARIO UN'ANALISI PIÙ PUNTUALE DEI TESTI POETICI E UNA MAGGIORE CHIAREZZA CONCETTUALE PER SUPERARE QUESTE AMBIGUITÀ E OFFRIRE UNA LETTURA CRITICA PIÙ CONVINCENTE. IL TESTO, PUR OFFRENDO SPUNTI INTERESSANTI, SI LIMITA A UNA DESCRIZIONE GENERALE, MANCANDO DI UNA VERA E PROPRIA DECOSTRUZIONE CRITICA.

Per chi vuole meglio conoscerne il significato delle parole usate dal professore. distico , programmatico , metaletterario, personaggio poetico , agente narrativo , stelle sferralianti, notturno celeste , notturno terrestre ,tensione funzionale , oreografica o cartolinesca , contenuto di tipo estetico e biologico , implicazioni ecologico-sensoriali , collegamento con Ciardo è anche evidente , trasfigurazione profonda , chiave simbolica o impressionistica , concreta topologia , dialettica spaziale , tipo temporale , geocritico , varianti paesistiche, notturne e canicolari, bucoliche e marine, urbane e paesane , paesaggi chiaroscurali illuminati dalla luce lunare , motivo selenico , auto-introspezione e di ripiegamento meditativo , feedback dell'Io , biografismo e di riflessione esistenziale , spunto bodignano ,